La Terra, l’insieme dei valori che essa rappresenta e il grande vigneto di proprietà, esteso su 150 ettari e disposto a raggiera intorno alla cantina, sono la grande forza di Terredora, l’azienda irpina protagonista fin dal 1978 del Rinascimento vitivinicolo della Campania. Walter Mastroberardino e i tre figli, Daniela, Lucio e Paolo, sostenuti dalla consapevolezza che per fare qualità è necessario controllare direttamente il processo produttivo, hanno compiuto la scelta, assai più facile all’apparenza che nella sostanza, di essere prima di tutto viticoltori, e a questo impostazione sono rimasti costantemente fedeli nel tempo, attraverso la continua selezione clonale dei vigneti, l’intensificazione dei sesti d’impianto correlata ad una drastica riduzione delle rese e l’adozione di tecniche di coltivazione che puntano ad un perfetto equilibrio con l’ambiente.
Un grande sforzo collettivo sfociato, nel corso di un meticoloso lavoro trentennale sempre “governato” dalla politica dei piccoli passi, in una parata di vini che hanno nella piacevolezza e nell’affidabilità, intesa come costanza qualitativa, i loro punti di forza. Vini che, essendo espressione autentica di un territorio eccezionalmente vocato e dall’esclusiva ricchezza ampelografica, si dimostrano capaci di emozionare sia il curioso del buon bere, gratificato per giunta dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, sia il degustatore professionale. All’apice della gamma dei bianchi di quella che rappresenta una delle più estese aziende vinicole del Mezzogiorno d’Italia, forte di una produzione che sfiora il milione di bottiglie, troviamo il Fiano di Avellino Terre di Dora, di bella complessità strutturale ed aromatica, e i due cru di Greco di Tufo, Loggia della Serra e Terre degli Angeli, dai vigneti omonimi in agro di Montefusco, entrambi avvolgenti e persistenti, ricchi in consistenza e rotondità.
Tra i rossi emerge il Taurasi CampoRe Riserva, maturato in piccoli fusti di rovere francese per più di due anni ed affinato in bottiglia per 12-18 mesi: pieno ed austero, vellutato e giustamente tannico, capace di impressionare quanto di durare. Ottime performance anche per Il Principio, altro Aglianico in purezza, sapiente ed armonica interpretazione moderna di un vitigno storico che da oltre due millenni trova il suo ecosistema ideale sui pendii collinari dell’Irpinia, e per il Rosato Rosae Novae, dal bouquet elegante e fruttato, d’immediatezza appetitosa, ottenuto da una sofficissima spremitura delle uve, cui fa seguito la vinificazione separata del mosto.
(© pubblicato su “Mondo Agricolo” 5/2008)
Terredora Via Serra 83030 Montefusco (Av) www.terredora.net