Senza Trucco, film documentario bello e coinvolgente diretto da Giulia Graglia e prodotto da Marco Fiumara, è frutto di un progetto speciale, interamente autofinanziato, che non può prescindere dal suo motivo d’essere: l’amore per il mondo del vino, percepito e vissuto però in chiave squisitamente femminile. Donna è la regista e donne sono le protagoniste, Elisabetta Foradori, Nicoletta Bocca, Dora Forsoni e Arianna Occhipinti, affermate produttrici di vino biologico e biodinamico. Quattro donne diverse tra loro per età e visione del proprio ruolo di madri, contadine, imprenditrici, ma accomunate da una stessa passione e dalla scelta di intervenire il meno possibile, lasciando che l’uva e poi il vino seguano il loro corso naturale. Tutte, inoltre, intimamente legate al rispettivo territorio d’origine, dal Trentino alla Sicilia. Dalle quattro storie, “carpite” durante la giornata che Giulia Graglia ci permette di trascorrere insieme ad ognuna di loro, prende corpo questo reportage della durata di 76 minuti, girato fra dicembre 2009 e ottobre 2010, articolato in quattro episodi culminanti nel momento, per tutte, della vendemmia.
E le signore del vino naturale non si sono tirate indietro, ponendosi davanti alla telecamera con spontaneità e schiettezza (senza trucco, appunto), immerse nella campagna e nel proprio lavoro, ognuna ripresa in una stagione diversa e in un differente periodo del ciclo della vite, seguita passo passo nella quotidianità dall’obiettivo che ne ha registrato gesti, espressioni e parole. Ecco così, al contempo, uno spaccato di vari momenti della vita in vigna e in cantina ed una carrellata di ritratti, per raccontare in una forma nuova il vino attraverso lo sguardo e la sensibilità di chi lo fa, e lo fa a propria immagine e somiglianza.
Si parte in un freddo giorno d’inverno dalla Toscana, in quel di Montepulciano, con Dora Forsoni, sessantenne vignaiola alla guida dei Poderi Sanguineto, dove la terra è rossa come il sangue e dove nasce un Nobile complesso ed elegante, assolutamente tipico. Qui ascoltiamo la grintosa Dora, appassionata cacciatrice, discutere di selvaggina e trattori mentre pota le viti innevate e ricorda il padre Federico (il padre-padrone, come lo appella) dal quale ha imparato ad amare e rispettare la vigna, mentre i fratelli maschi hanno intrapreso altre strade. Seconda tappa in Langa ad inizio primavera nell’azienda San Fereolo a Dogliani per passare del tempo con Nicoletta Bocca, donna tutta d’un pezzo, definita la “pasionaria” del Dolcetto doglianese: la macchina da presa la tallona nel vigneto per la legatura dei tralci, intenta ad insegnare al figlio il modo per farlo al meglio lanciando un messaggio di amore e continuità, e tra le botti della sua suggestiva cantina. Ai primi di giugno, in epoca di fioritura, ci si sposta a Mezzolombardo, nella Piana Rotaliana, nel regno vitato di Elisabetta Foradori, autentica donna del vino, premurosa e sapiente nel gestire ogni fase delle operazioni, colei che ha identificato nome e fama con il Teroldego, vitigno principe del Trentino. Ed è comunque affascinante, quando falcia le ortiche per preparare tisane per le piante di Teroldego o cerca di arginarne l’impeto e riassesta le fronde agli esuberanti filari (“incredibile cosa possano fare due mani”) o quando parla delle vecchie bottiglie del papà. Ultima tappa estiva la Sicilia, per riprendere a Vittoria, nel Ragusano, la più giovane del quartetto, Arianna Occhipinti, bella e incisiva testimonial dei vini naturali. In azienda tutto è sotto il controllo di Arianna, innamorata della sua terra siccitosa e dei vini tipici del comprensorio, Nero d’Avola e Frappato. Basta vederla muoversi instancabile tra vigna e cantina, dare ordini in dialetto a tutti, preoccuparsi delle barbatelle bisognose della preziosa acqua.
Uscito circa un anno fa, Senza Trucco ha ottenuto un crescente successo di pubblico e di critica, tanto che regista e produttore hanno già girato l’Italia per presentarlo in molte manifestazioni. Si può anche acquistare on line il dvd all’indirizzo senzatrucco2011@gmail.com.
(© pubblicato su “Mondo Agricolo”, 3, 2012)