Lungimiranza. I vignaioli bergamaschi hanno mostrato di possederne una bella dose quando intorno alla metà degli anni Settanta, al momento di redigere il disciplinare del loro rosso Doc, il Valcalepio (il nome è quello di una parte dell’area collinare della provincia orobica) decisero, contrariamente all’indirizzo comunemente seguito per gli altri vini a denominazione della regione, di utilizzare il taglio a freddo sullo stile bordolese, vale a dire la vinificazione separata delle uve Cabernet Sauvignon e Merlot, in modo da poterne miscelare proporzioni differenti dopo la fermentazione (dal 25% al 60% per il Cabernet e dal 40% al 75% per il Merlot), valorizzando l’influenza dell’annata sui due vitigni. Una scelta che non era dettata da pura e semplice esterofilia bensì dalla consapevolezza che questa formula non avrebbe pregiudicato ma anzi avrebbe esaltato la tipicità del territorio e, pertanto, si sarebbe rivelata vincente. Così è stato.
Oggi, infatti la piccola Bordeaux della Lombardia, seppure con dei quantitativi modesti, si è dimostrata in grado di conquistare mercati vicini e lontani ed ha confermato la presenza nella regione, accanto alla vocazione industriale, di un robusto e vivace spirito contadino capace di raggiungere ambiziosi traguardi. Una vocazione alla qualità che nel caso dell’azienda La Tordela risale addirittura al 1790: porta infatti quella data un documento, tuttora conservato dagli attuali proprietari, da cui risulta come già ai tempi della Serenissima la struttura aziendale fosse in sostanza identica a quella attuale. Gli ettari a vigneto sono una ventina, adagiati sulla collina compresa tra la valle Serradesca e la conca di Torre de’ Roveri, e circondanti il centro aziendale in cui si trova la casa padronale che risale alla fine del 1500.
Il Valcalepio Rosso Riserva Campo Roccoli Vecchi di Marco Bernardi (il titolare della Tordela) nasce dalla selezione delle migliori uve di Merlot e Cabernet Sauvignon vinificate separate in purezza con lunga macerazione e assemblate in primavera. La maturazione è di 12-24 mesi in botti di rovere di media e piccola capacità, e ad essa si aggiunge una sosta di 6-12 mesi in bottiglia. Di colore rosso rubino con riflessi granati, al naso rivela un profumo intenso e fine con marcata presenza di vaniglia, liquirizia, spezie dolci, mentre sul fondo spicca una nota fruttata e caratteristica di frutta acida e confettura. In bocca è pieno, di grande struttura, con marcata rotondità per la presenza di tannini dolci che lo rendono morbido e piacevole. Servito a temperatura di 18°C si sposa ottimamente con piatti di carni rosse, arrosti o cacciagione accompagnati dalla tradizionale polenta bergamasca, che può essere servita “uncia” (con burro e formaggio), “chissola” (a forma di palla con ripieno a base di taleggio o stracchino) o “buida” (immersa nel latte che bolle nel paiolo). Nel sito della Tordela viene proposto in abbinamento con il cinghiale in dolce forte, con tanto di ricetta. È peraltro ottimo con primi piatti a base di pasta ripiena, come i casoncelli alla bergamasca, e formaggi tipici quali il Taleggio ed il Formai de Mut.
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