L’omaggio all’eccezionale Prosecco di Valdobbiadene della casa vinicola Bisol è un delizioso brano – con un tema facile, ma efficace, e tanto swing – suonato dal trombettista-filosofo Massimo Donà e dal suo quintetto; si intitola “Bi sol mi fa re”, giocando con le note (“bi” è una nota del sistema musicale anglosassone) per dire “Bisol mi farei”. Il brano in questione apre il CD “Cose dell’altro mondo” (Caligola Records) ed è un caleidoscopio di sonorità, tra swing, blues e funky. In evidenza, nel disco, la title track, una lunga “suite filosofica” che si svolge tra carillion, divagazioni e le voci di pensatori come Emanuele Severino e Massimo Cacciari, Giulio Giorello e Carlo Sini, Enrico Ghezzi e Vincenzo Vitiello, per parlare di visibile ed invisibile, di religiosità ed anche di cinema (a cui recentemente Donà ha dedicato il libro “Abitare la soglia” edito da Mimesis); in essa atmosfere cangianti caratterizzate di volta in volta dalla tromba, dal banjo blues, dalla corposa ritmica, dal sax di Michele Polga, dal clarinetto di Francesco Bearzatti e dalla chitarra elettrica di Giorgio Mantovan.
Donà il mondo del vino lo conosce e lo approfondisce; ha inciso, tra l’altro, un disco intitolato “Spritz” (frizzante come l’aperitivo a base di prosecco, popolare nel Triveneto) ed ha pubblicato un libro dedicato alla “Filosofia del vino”. Non si smentisce in questo album che ha al suo interno un corposo booklet- saggio intitolato “Bisol, un vino, una filosofia”. In esso divaga su Bacco citando Socrate, Kierkegaard, Leopardi e, per l’appunto, Bisol che – annota – «sulle colline dell’Alta Marca Trevigiana ha saputo rispettare antichi e immemoriali codici di un ethos forse addirittura pre-istorico, senza per ciò stesso rinunciare all’azzardo dell’invenzione, al rischio del nuovo».
Gaetano Menna
© pubblicato su “Mondo Agricolo”, marzo 2013