Il Castello del Terriccio, incastonato tra le province di Pisa e Livorno, con i suoi 60 ettari di vigneto (l’intera Tenuta ne copre 1.700) accarezzati dalle brezze marine, alimentati dalle “terre rosse”, le stesse da cui gli Etruschi estraevano ferro e rame, ed inebriati dai profumi degli eucalipti è una delle più belle dimostrazioni di cosa significhi vino di terroir. Qui, al limite della Maremma toscana, all’interno di una vasta riserva naturalistica, scrupolosamente conservata e tutelata, il termine terroir, uno dei inflazionati nel linguaggio enoico, si riappropria dei suoi effettivi contenuti: terroir inteso come composizione chimico-fisica dei suoli, giacitura, clima, illuminazione e tutte quelle matrici che vanno a formare il Dna di un vino, emblema assoluto della sua unicità e personalità.
Un concetto, quello della matrice territoriale, che Gian Annibale Rossi di Medelana, grintoso e lungimirante imprenditore alla guida del Castello del Terriccio, ha eletto a filosofia aziendale sin dai primi anni Novanta, agli inizi della sua avventura nel mondo del vino. Con risultati via via sempre più strepitosi. A cominciare dal Lupicaia (il “luogo della caccia al lupo”, in gergo toscano), un entusiasmante uvaggio di Cabernet Sauvignon (85%), Merlot (10%) e Petit Verdot, affinato in barrique nuove d’Allier per 18 mesi, per il quale l’apoteosi è un obbligo e l’originalità una chimera, visto che nella pletora di definizioni e descrizioni, ormai tutto è stato detto. Limitiamoci allora ai dati di fatto: inconfondibile fascino ed eleganza del bagaglio olfattivo, sontuosa vigoria sostenuta da una componente acida ottimamente calibrata, encomiabile morbidezza, eccezionale longevità.
Poi, nell’annata 2000 (le prime recensioni compaiono nelle Guide del 2004), a dimostrazione del fatto cha la perfezione si può anche replicare, ha fatto la sua apparizione il Castello del Terriccio, a base di Syrah (50%), con aggiunte di Petit Verdot, ed altre uve rosse. Anche per questa nuova stella aziendale, d’impronta meno classica e più moderna rispetto al Lupicaia, con cui condivide la massima godibilità, l’enfasi fa da filo conduttore ai giudizi della critica nazionale ed internazionale: impetuoso, travolgente, da brivido, stratosferico, “a beauty”. Completano la magnifica gamma dei vini del Terriccio il Tassinaia, uvaggio simile al Lupicaia, con aggiunta però di Sangiovese, e due bianchi, il Con Vento e il Rondinaia, rispettivamente Sauvignon Blanc e Chardonnay in purezza, entrambi vinificati e maturati in acciaio.
(© pubblicato su “Mondo Agricolo” 5/2008)
Castello del Terriccio Loc. Terriccio 56040 Castellina Marittima (PI) www.terriccio.it