Per la vitivinicoltura della provincia di Pisa, superata la fase delle potenzialità espresse solo in parte, è giunto finalmente il momento di rivendicare, a pieno titolo, un ruolo di primo piano nel contesto della produzione enologica “made in Tuscany”. Che il vino prodotto all’ombra della Torre pendente sia in grado di competere senza complessi d’inferiorità con i Supertuscan di altre blasonate province è ormai un dato di fatto, come lo è la sua capacità, straordinaria in alcuni casi, di trascendere il puro aspetto varietale per esprimere la specificità del terroir.
Una magnifica conferma di queste doti ci arriva dal Nambrot, corposo blend di Merlot (70%), Cabernet Franc (20%) e Petit Verdot (10%) che spicca per il carattere deciso e la raffinata complessità. Fa parte della gamma, tutta ad altissimi livelli, della Tenuta di Ghizzano (350 ettari, di cui 18 a vigneto, attorno al piccolo borgo collinare da cui prende nome l’azienda, a metà strada tra Firenze e Pisa), una delle realtà più rappresentative del territorio pisano. «E’ il nostro vino di “ricerca”, quello che ci permette di arricchire di nuove esperienze la storia vinicola della nostra regione lavorando su vitigni non autoctoni che possono dare risultati sorprendenti in un dato territorio», spiega la contessa Ginevra Venerosi Pesciolini, figlia del titolare della Tenuta e carismatica figura di donna del vino.
Le 9.000 bottiglie del Nambrot 2004 (dal nome del capostipite della famiglia vissuto all’epoca di Carlo Magno) provengono da vigneti piantati con densità di 4.500-6.600 viti per ettaro ed allevati a cordone speronato. Le tecniche di cantina prevedono l’affinamento per 18 mesi in piccoli fusti di rovere francese da 225 litri. Al colore rubino molto intenso si accompagnano profumi caldi e carnosi di frutta rossa matura misti a sfumature speziate (pepe nero soprattutto) e a note balsamiche. Avvolgente al palato, con una struttura tannica che rasenta la perfezione, è un vino di grande spessore e potenza (gradazione alcolica: 13.5%), particolarmente evidente nella fase finale della degustazione. Da provare con la pernice al pepe nero, come suggerisce Duemilavini, la guida dell’Associazione italiana sommelier.
(pubblicato su “Mondo Agricolo” 11/2008)
Tenuta di Ghizzano
Via della Chiesa 1
56030 Ghizzano di Peccioli (PI)